L’ambiente, che vada tutelato, è quasi un fatto scontato, eppure oggi numerose sono le personalità che non contribuiscono in nulla alla salvaguardia di questo pianeta. La sensibilizzazione nei confronti delle tematiche ambientali, sta sempre più emergendo: se sul piano microcosmico le persone si impegnano a differenziare, dall’altro gli stati membri delle varie unioni si impegnano nell’emanazione di decreti e normative funzionali ad intensificare i controlli, affinché chi produce rifiuti venga controllato e regolamentato in tutti i suoi passaggi di smaltimento. Un potenziamento della sensibilità è quello a cui stiamo assistendo e, se da un lato cinque anni fa non eravamo in grado di pensare ad uno stato attivo sulle dinamiche ambientali, oggi grazie al mud dei rifiuti, che Novaecologica si impegna a compilare, siamo nel pieno di una legislazione che merita un riconoscimento. Il mud altro non è che un particolare documento indirizzato ad una specifica utenza, non tutti devono realizzarlo ma, chi ne è richiamato, deve prestare l’obbligo etico e legale di denunciare le proprie operazioni di smaltimento rifiuti.
La storia e i continui ripensamenti
Quella del sistema integrato di gestione dei rifiuti vede la sua fioritura nell’anno 2007, grazie al ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, il quale accordato con l’allora ministro del governo, firmò un decreto che pose il segreto di Stato sull’intero progetto. Nell’anno 2009, il ministro dell’ambiente firmò con la società Selex Service Management un accordo, per il quale si garantiva la progettazione e la gestione del SISTRI, ovvero un sistema di controllo e della tracciabilità de rifiuti. Il decreto, nello stesso anno, favorì la nascita di questo sistema, all’interno del quale era concepito il MUD: si decretò che i soggetti obbligati ad aderirvi fossero specificati, insieme al regime transitorio per il passaggio al nuovo sistema e insieme alle relative apparecchiature elettroniche di cui le aziende dovevano dotarsi. Nel Maggio del 2011, grazie al “click day”, un collaudo generale del sistema, le associazioni imprenditoriali portarono risultati non sperati: molte imprese registrarono un difetto nel sistema, a causa del mal funzionamento delle apparecchiature elettroniche. L’entrata in atto del SISTRI fu più volte rinviata e, nel 2013, ufficialmente in vigore per gli enti o le imprese che raccolgono o trasportano rifiuti dannosi, sia a titolo professionale che in relazione ad attività di recupero.
I soggetti non obbligati alla dichiarazione MUD
Non sono obbligati alla compilazione e alla presentazione di nessuna dichiarazione:
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Tutti i soggetti che attuano un’attività di trasporto dei propri rifiuti (solo per i rifiuti non pericolosi);
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i consorzi per il recupero di varie tipologie di rifiuti che realizzano la gestione di tali rifiuti per nome dei consorziati;
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Imprese ed enti che producono rifiuti non pericolosi e che abbiano un numero di dipendenti uguale o inferiori a 10;
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Le imprese che esercitano opere di demolizione o costruzione, a patto che non producano rifiuti pericolosi;
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le imprese che esercitano attività di commercio o di servizio, imprese agricole di cui all'art. 2135 del Codice Civile e i liberi professionisti che non operano in forma d'impresa. A condizione che non vi sia la produzione di rifiuti pericolosi per la salvaguardia ambientale.