Il Made in Italy, in Europa e poi nel resto del mondo, ha sempre avuto un significato di "genuinità" e "autenticità", acquistando nel corso degli anni anche il significato di "pregiato" ed "esclusivo".
Per quanto riguarda la gastronomia italiana, a questa da sempre è stato attribuito grande valore, fino all’ottenimento nel 2010 dell’iscrizione nel registro dei "beni dell’umanità" dell’UNESCO della dieta mediterranea, di cui la cucina italiana è protagonista.
Questo evento ha ribadito e affermato in maniera ancora più forte l’importanza della gastronomia italiana.
Anche per quanto riguarda i vini italiani, questi sono da sempre esportati sia in Nord Europa che in Nord America, con un introito comunque minore dei vini francesi, che sono conosciuti come vini pregiati (mentre quelli italiani vengono riconosciuti come vini veraci).
Anni fa, infatti, i vini italiani erano venduti sfusi, nei fiaschi. È da meno di 30 anni che le principali etichette italiane sono vendute e conosciute nei principali paesi di export. Prima fra tutte ricordiamo il Chianti.
Il merito dell’incremento delle vendite e del valore dei vini italiani esportati è riconosciuto al giornalista statunitense Burton Anderson, che scrisse interi libri sull’argomento, fornendone una nuova prospettiva.
Il lavoro di Burton Anderson, al giorno d’oggi viene continuato e incrementato dagli influencer Food&Wine, che si dimostrano sempre più innamorati dei prodotti Made in Italy.
La ricerca "True Italian Taste", condotta da. Ministero dello Sviluppo Economico, ha analizzato più di 500 influencer, provenienti da diversi paesi del Nord e Centro America, evincendone alcune informazioni interessanti.
L’immaginario comune, infatti, è sempre stato portato a credere che il piatto italiano preferito all’estero sia la pizza. In realtà, questa è una ricetta oramai internazionalizzata ed in ogni paese ne esiste una versione diversa, cosa che l’ha portata a non rappresentare più un simbolo del Made in Italy.
Infatti, al primo posto in questa ricerca, tra i cibi italiani preferiti dagli influencer, troviamo la mozzarella, seguita a ruota dalla pasta fresca e poi da altri formaggi (tra i più citati abbiamo il gorgonzola, l’asiago ed il mascarpone).
Oltre ad avere un sapore esclusivo e differente dai cibi di altri paesi, queste pietanze sono accomunate dalla caratteristica di essere molto "instagrammabili": gli influencer, infatti, possono ottenere da questi cibi foto e video che siano ottimali per l’aspetto e per la capacità di riuscire a trasmettere esperienze sensoriali diverse. Guardando una foto in cui si preme una mozzarella di bufala con una forchetta, si vedrà chiaramente il latte che ne esce e questo mostrerà la succulenza del piatto: sarà come assaporarlo.
Gli influencer in genere, si dichiarano amanti della cucina italiana dopo un viaggio in Italia o un’esperienza nostrana, che gli permette di mostrare anche ricette più particolari o esclusive, come il panettone o addirittura alcuni vini più di nicchia, come lo Spumante Alte Langhe piemontese.
La maggior parte di questi influencer cucina ricette italiane almeno tre volte alla settimana, incrementando in questo modo anche il fenomeno del food delivery e gli acquisti online del cibo Made in Italy.
Accanto a questi fenomeni, però, non possiamo trascurare un’altra realtà che fa impazzire gli utenti italiani nel web: il fenomeno "italian sounding". Consiste nella divulgazione di tutta una serie di ricette, composte da ingredienti tipici italiani, ma che non hanno sicuramente la stessa impronta delle ricette vere. Tra queste ricordiamo un video virale, criticatissimo, di una carbonara preparata con pasta calata in acqua fredda, aggiunta di panna e prosciutto cotto e per finire uovo crudo aggiunto sulla pasta già impiattata.
Questo è solo un esempio del contro-fenomeno del Made in Italy. Potremmo definirlo quasi come gli "effetti collaterali" di un fenomeno che, d’altra parte, è interessante e ci riempie di orgoglio.